In Italia siamo davanti a un grande paradosso normativo: valori fuori norma per l’acqua potabile non lo sono per le acque minerali. Questo significa che alcune delle acque minerali in bottiglia che acquistiamo contengono valori che classificherebbero come “non potabile” l’acqua dell’acquedotto.
La trasmissione televisiva Report ha condotto un’interessante inchiesta analizzando 32 tra le principali marche di acque minerali italiane e le ha fatte analizzare presso il British Geological Survey (BGS).
La scoperta è che queste acque minerali non sono poi così batteriologicamente pure come possiamo pensare.
Berillio, Manganese, Fluoro, Arsenico… sono solo alcuni tra gli elementi chimici che presentano difformità di limiti sia a confronto con l’acqua potabile, sia a confronto con normative extra europee riguardanti l’acqua minerale.
Ad esempio, per il Berillio in Italia non ci sono limiti, la ricerca internazionale lo considera cancerogeno, l’organizzazione mondiale della sanità lo considera un elemento raro mentre le ricerche effettuate dimostrano il contrario…
Altresì non tutti gli elementi chimici vengono riportati in etichetta come l’Arsenico che, nonostante impatti in modo importante sulla salute del consumatore, non viene riportato in etichetta perché potrebbe inibire il consumatore all’acquisto.
“…Le etichette non hanno più spazio per scrivere altro…” afferma il Presidente di Mineracqua, “la legge non impone obblighi , non sono indicazioni utili da dare al consumatore, come la presenza di arsenico appunto…”
Noi, come Report, pensiamo invece che sia importante conoscere questi dati poiché è proprio il nostro paese che detiene il maggior consumo, dopo il Messico, di acqua in bottiglia.
Dal 1980 questo mercato è sempre in crescita: in Italia, ogni anno, mediamente si imbottigliano 14 miliardi di litri e mediamente, spendiamo 3.5 miliardi di euro ogni anno per le acque minerali confezionate.
Cifre ad impatto negativo, non solo per tutto lo spreco e l’inquinamento che immettiamo nell’ambiente, ma anche per la nostra salute che sicuramente beneficerebbe dell’utilizzo di acque più sicure come quelle ultrafiltrate.
Per voi un estratto della puntata di Report del 28 giugno, per riflettere e dar vita al cambiamento…